NON SOLO TRAMONTI

Dopo molto tempo, finalmente riesco a pubblicare un nuovo articolo... o per lo meno qualche foto e alcune considerazioni. 

Vorrei prima di tutto ringraziare chi mi segue, chi mi chiede informazioni sulle stampe, e quelli che mi fermano per i sentieri dell'altopiano per fare due chiacchiere. Siete tantissimi e non sapete quanto fa piacere condividere le proprie passioni con voi.  

Il titolo "Non solo tramonti" si riferisce ad una riflessione che ho fatto in questi giorni. Dopo innumerevoli Gigabyte scaricati dalle schede di memoria della reflex, come forse sarà capitato anche a qualcuno di voi, mi sono deciso a fare una sorta di "bilancio fotografico". Devo dire che mi è parsa subito chiara una cosa: non posso fare a meno di gustarmi i momenti più belli della giornata, gli estremi luminosi, le situazioni di luce radente uniche, tipiche dell'alba o del tramonto. E' più forte di me, e d'altra parte ci sarà pure un motivo se la maggior parte delle splendide fotografie che si trovano in rete parlano proprio di quegli attimi nei quali i paesaggi si trasfigurano, assumono tridimensionalità, si plasmano a seconda dell'incidenza della luce e restituiscono atmosfere calde e coinvolgenti, spesso contrastanti con il freddo della notte che precede o segue di lì a poco. Dal paesaggio all'avifauna (o caccia fotografica in generale), e poi alla macro... anche queste declinazioni fotografiche sono ormai entrate a far parte dei miei interessi digitali, anche se ancora a livello abbastanza superficiale. Ci sto studiando, e mi sono accorto di quanto sia davvero affascinante e coinvolgente l'avvicinarsi agli animali, agli insetti e ai fiori.    

Ecco perché ho deciso di concentrarmi sulle prospettive, sui dettagli, sulle geometrie, sulle forme e sui colori. Ecco perché ho preferito contestualizzare i piccoli amici che di solito cerco di avvicinare il più possibile, giocando con le linee, con le sfumature, a discapito della ricerca spasmodica di nitidezza e incisività. Mi manca una visione fotografia a 360 gradi, e questo è probabilmente dovuto a condizionamenti esterni. Ci sono molti modi di intendere la fotografia, e dopo anni passati a cercare uno stile e una resa che mi piacesse nella visione del paesaggio, è forse giunto il momento di esplorare anche nuovi orizzonti.  

 

Codirosso spazzacamino femmina. 

Sono sempre stato affascinato dai "ritrattoni" di avifauna; vedere questi esserini in genere molto diffidenti avvicinarsi all'obbiettivo, scoprirne le sfumature colorate e guardarsi riflessi nel dettaglio dei loro piccoli occhietti è bellissimo, lo ammetto. Però diciamocelo, in genere non si fanno avvicinare così tanto se non attirati da un po' di cibo, e le uniche volte che possiamo goderceli liberi in natura sono in occasioni "ambientate" e abbastanza distanti. Nell'immagine sopra, e in quella seguente (codirosso maschio), eccoli più "a loro agio" sulle impalcature dei cantieri e sui filari delle vigne. Giocando con le geometrie e i colori credo si possano ottenere buoni risultati, anche senza la famigerata e super ricercata "estrema nitidezza". Si aggiunge all'elenco degli "ambientati" anche lo svasso, che nuota immerso nell'oro del lago di Garda. 

 

I dettagli, questi sconosciuti.

La macrofotografia ci trascina per mano in un mondo microscopico, sfuggente, quasi ignoto. E' senz'altro un modo nuovo di scoprire forme, colori e dimensioni inaspettate, e con l'aiuto di attrezzature dedicate è facile appassionarsi e farsi prendere dall'entusiasmo. C'è un mondo però alla portata di tutti, fatto di attimi di luce, di particolari geometrie, di contrasti cromatici eleganti e coinvolgenti... è il mondo "a 50 millimetri", ossia quello che percepiamo con il più formidabile mezzo che abbiamo a disposizione, il nostro occhio. Vivere la fotografia in cerca dei dettagli è come "avventurarsi nella realtà", è un gioco fatto di indagine, di attenzione al particolare, di istinto e di fantasia. Un mix tra arte e semplicità, che sinceramente non ho ancora avuto modo di analizzare come si deve. D'ora in poi, mi sono ripromesso, cercherò di evitare la ripetitiva serie di immagini "da cartolina" tipiche dei paesaggisti "unidirezionali". Non mi piace la standardizzazione, mi piace ancora meno quando si seguono i percorsi preconfezionati tipici dei fotografi moderni... 

La fioritura di Castelluccio di Norcia, il ponte di Bobbio, le Tre Cime, il lago di Carezza, i cipressi della Val d'Orcia, l'Antelope Canyon, le casette dei pescatori ad Hamnoy, la lavanda in Provenza, il lago d'Arpy, l'aurora a Grundarfjordur, l'Horseshoe Bend, la baita Segantini, Vernazza e Manarola... insomma tutto è già stato fotografato, si potrebbe organizzare un tour mondiale per fotografi da "copia e incolla", ma sarebbe tutto uguale, tutto già precotto e pronto all'uso...

Perdersi nei dettagli forse potrebbe servire ad allenare l'occhio, ad inventare soluzioni per interpretare in modo diverso anche il paesaggio stesso, e credo che seguirò questa strada, magari rischiando di cadere nel banale ma sicuramente in maniera diversa e senza dubbio divertente.  

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